1 RS Vison, 2 impavide Teen e il vento di Porto Istana
23/05/2013In base sono tutti rassegnati, oggi non si esce: 22 – 24 nodi di vento sembrano troppi per le nostre derive e i materialisti insistono sul rischio di eventuali danni alle barche e alle vele. Gli allievi più motivati e audaci, tra i quali io ed Erica, convincono però gli istruttori ad uscire in mare con una flotta ridotta: un RS vision, un easy e un cat.
Il Felappi ci si avvicina e ci dice:” Erica, Chiara, preparate i trapezi, oggi si plana”.
Cariche ed euforiche corriamo alla spiaggia ed armiamo, più in fretta del solito, il nostro vision grigio, tuttavia il primo giro non sarebbe toccato a noi ma a Bruno e Vittoria, ci sistemiamo così sul gommone con i nostri due istruttori Giovanni e Davide.
Dal mare vediamo come la forza del vento e l’onda formata crea problemi a ogni allievo: in particolare l’easy con l’equipaggio di iniziazione, nonostante la vela a fazzoletto, ha grosse difficoltà a navigare e riusciamo a sentire la nostra amica Chiara schiamazzare ad ogni scuffia. I gommoni della sicurezza sono super impegnati ad aiutare, assistere e a cambiare gli equipaggi affaticati.
A noi due tutto questo non fa che caricarci ancora di più.
Finalmente arriva il nostro momento, in un secondo ci ritroviamo a dominare con le nostre piccole forze e la nostra grande tecnica (si per dire -:) i laschi e le boline.
Dopo alcuni bordi Erica si stanca del trapezio e decide di prendere il timone. Subito punta il gommone del Felappi con sopra gli altri equipaggi del corso avanzato, ancorato pochi metri sopra vento rispetto a noi. Appena capisco la sua intenzione la incito ad avvicinarsi pericolosamente al gommone e nel momento in cui scorgiamo il ghigno invidioso di Bruno, Erica mi urla: “Battigli il cinque!”.
In una foto di quel momento si sarebbe potuto vedere la nostra possente imbarcazione sbandata di 45°, sovrastare il gommone sotto di noi e la mia mano incontrare quella di Bruno con stampato sul viso di tutti un sorriso adrenalinico. Al contrario non si sarebbero potute sentire le nostre soddisfatte risate e i successivi rimbrotti e richiami alla prudenza del capo corso Davide.
Nei bordi di lasco riusciamo anche ad issare il gennaker e planare, che dico? Volare! letteralmente sull’acqua a una velocità che ci sembra impressionante: la barca pare leggerissima e la nostra euforia sale alle stelle.
Verso metà pomeriggio, però, gli istruttori, rendendosi conto che gli esercizi programmati si stavano trasformando sempre di più in disperate manovre per non far scuffiare le barche, decidono di fare entrare uno per volta gli equipaggi seguendoli fino alla baia. Decidono però che, grazie alla nostra bravura e esperienza maturata negli anni (!!!), il nostro vision sarebbe stato l’ultimo a rientrare, da solo.
Ironia della sorte dopo pochi secondi mi ritrovo in acqua, senza inizialmente accorgermi di essere ancora attaccata al trapezio e che, così, mi stavo tirando addosso la barca; cosa che puntualmente avviene. Che scuffia del piffero!!
E così, malgrado la fiducia nei nostri confronti, il gommone sicurezza si ritrova a doverci aiutare e assistere nel rientro.
Alla sera tutti stanchi ma strasoddisfatti e felici, alternando un bicchiere di mirto (gli istruttori, per noi succo di frutta) e una risata in compagnia, sdraiati sulle amache sotto le fronde dei mandorli, ci si racconta, tra istruttori e allievi, le peripezie della giornata accarezzati da una lieve brezza fresca e salmastra, residuo del forte vento pomeridiano.
Chiara ed Erica, 20 agosto 2012
Three Sheets to the Wind
13/07/2012Strolling along the harbour under the hot sun of the Italian Riviera, we were met by
our friendly instructor, Enzo.
We stepped cautiously onto the boat as we took to the sea for the very first time. Butterflies flapping in my stomach, I was unsure if it was due to nerves or the sea—sickness starting to kick in already.
As we left the port behind us and sailed freely out into the Tyrrhenian sea it was clear that my grandfather’s sailor instincts were in my blood too. It felt so natural and free to be out at sea, and when we switched off the engine there was a moment of silence as we appreciated the lapping of the waves and the sounds of nature.
Learning to sail was like learning a new language, a language reserved for those with the patience and drive to learn it. ‘Sheet in’, Sheet out’, ‘port’, ‘starboard’ watch the ‘bow’. Words that at first seem strange but that with repetition became more familiar to us.
The desire to jump off the stern of the boat was starting to mount as we made our way further out to sea. Finally, under the exhausting heat of the mid-day sun, we splashed into the water for a refreshing swim. The five of us were joined by some unexpected tourists in the form of Jellyfish, it was at that point that we decided to retreat to the safety of the boat and take a well earned lunch break.
The afternoon was spent tackling various manoeuvres and learning how to handle the boat while getting to know her and her rhythm. We finally docked at about 7pm and were free to reflect on our day’s adventure while recharging with showers and aperitifs.
La scuola media Goltieri di Asti inaugura la nuova base: i commenti del Capocorso e del Preside
11/06/2012Ci siamo: la base di Porto Istana è ufficialmente aperta.
Non c’è stata la cerimonia del taglio inaugurale del nastro, non c’era né banda né fanfara, mancava anche il nostro presidente (peraltro rimasto lì fino al giorno prima ad aiutare affinchè tutto fosse pronto), ma c’erano le persone davvero più importanti: gli allievi della scuola media di Goltieri, con professori e preside in testa. Sono stati loro a inaugurare in un colpo solo la base e la stagione dei corsi di vela.
Il Capo corso Roberto Ruggerici ha inviato il seguente commento.
«Sono orgoglioso che il caso abbia fatto sì che sia stato io ad essere il primo capo-corso della nuova base. Cosa posso dire? Bellissima settimana sugli Stark con i simpaticissimi allievi della scuola Goltieri di Asti. Tutto è andato bene, nemmeno un graffio e tutti, istruttori compresi ovviamente, ci siamo divertiti. Ottimo quello che sarà il perimetro di navigazione per derive e kat. Quanto ai cabinati c’è ancora molto da scoprire, un paio di spiaggette paradisiache per fare il bagno ci sono e noi le abbiamo già “battezzate” , ora sono lì che vi aspettano, invito chi mi legge, allievi ed istruttori, ad andarci. Ne vale proprio la pena !
Ventitrè anni di militanza levantina non sono poca cosa! Di gente ne ho vista passare non so quanta; di basi ne ho viste succedersi tre (Torre Guaceto, Porto Pozzo e da ultimo Porto Istana).
La nuova base mi ha colpito per le tante analogie che presenta con Torre Guaceto – la prima base – in un contesto paesaggistico che ricorda molto, in meglio, la seconda, Porto Pozzo.
Porto Istana risulta pertanto essere l’ideale fusione tra un contesto di terra ed un ambiente marino che hanno come comune denominatore l’incontaminazione.
La base è decisamente bella, i lavori, ben eseguiti con soluzioni tecniche eco-sostenibili, lasciano intendere che questo luogo, ricco di potenzialità, non sarà solo un passaggio, ma potrà rappresentare addirittura una svolta, se saremo capaci di gestirlo nel migliore dei modi. I presupposti mi pare ci siano tutti».
I ragazzi della scuola hanno tenuto un simpatico BLOG che fa un ampio resoconto della loro settimana azzurra.
Di particolare interesse una dichiarazione del preside, prof. Alberto Bianchino, pubblicata dai ragazzi. Il preside, oltre a essere persona autorevole per il ruolo che ricopre, è uomo di specifica competenza, in quanto laureato in Scienze forestali. E’ per questi due aspetti che ci sembra interessante riportare la sua dichiarazione, che si sofferma in particolare sul raffronto Porto Pozzo-Porto Istana.
«Porto Pozzo era molto interessante dal punto di vista paesaggistico, collocato tra zone paludose e peschiere con all’orizzonte la spiaggia di Liscia raggiungibile con un’escursione di mezza giornata a piedi. Il posto era sicuramente affascinante, ma Porto Istana offre di più: la chiusura dell’orizzonte marino dato dalla Tavolara e dall’isola piana, la punta di Capo Ceraso con una vegetazione selvaggia, ricca e profumata dal vento.
La base con le varie costruzioni in muratura annegate nel verde che sarà sempre più curato e fiorito, la terrazza della biblioteca, la possibilità di salire con pochi passi in cima alla collina e poi scendere costeggiando il monte Maladroni fino alla spiaggia selvaggia di porto Legnarolo, venti minuti dalla base a piedi, aggiungono fascino alla nuova collocazione.
Il perimetro di navigazione, più completo di Porto Pozzo, permetterà alla base e ai Levante di continuare a crescere.
Suggerisco la costruzione di un itinerario botanico all’interno della base, con il supporto di studenti e l’aiuto di internet per una fruizione e conoscenza anche da parte degli adulti, vista la ricchezza e la tipicità della vegetazione.
I ragazzihanno apprezzato le spiagge, il campo da calcetto, la tipologia dei natanti e l’insegnamento ricevuto dagli istruttori, oltre alla cucina e alla sistemazione nelle camerate riparate da eventuali intemperie – il tutto in un contesto assolutamente ecosostenibile – e già al ritorno sul traghetto hanno manifestato il desiderio di rinnovare l’esperienza al più presto!»
A commento del suggerimento possiamo solo dire… già fatto: nel senso che sono già previsti interventi di esperti educatori ambientali durante i corsi Junior e settimane di vela e scoperta dell’ambiente naturale anche per adulti, nel prossimo autunno.
Quando il Levante va in Vialattea …
03/03/2009… il diverimento è assicurato!
Il mare diventa neve, il mirto vino e il porceddu una raclette! il tutto condito da allegria e un pò di sole.
Sci ai piedi e berretto in testa non resta che conquistare le piste soleggiate di sabato pomeriggio con i primi arrivati, direttamente dal Veneto.
L’appuntamento vero e proprio è alla sera, ai piedi delle piste di Claviere: in 20 famelici e avventurosi dopo 10 minuti in motoslitta arriviamo al rifugio.
L’ambiente e caldo e confortevole: antipasti, ravioli del Plin con sugo d’arrosto, stinco con patate al forno e torta, tutto annaffiato da abbondante vino rosso, caffè e ammazza caffè. Non ci facciamo mancare nulla.
Usciamo satolli e molto soddisfatti dopo aver allietato le altre tavolate a suon di cori ed osterie, con grande gioia di Patu!
La domenica ci si alza per le 9. La giornata è fredda e uggiosa, ma dopo un’abbondante calda colazione ci avviamo verso Monginevro, dove … nevica!
Come arriviamo in paese, con le macchine targate Italia, ci si accoda la gendarmerie, e per ben due volte veniamo richiamati in malo modo per il parcheggio all’italiana che improvvisiamo prima sul marciapiede e poi in un piazzale … francesi intolleranti!
Trovato un parcheggio a pagamento, ci raggiungono altri sciatori levantini e dopo un pò di indecisione a causa del tempo, alcuni di noi optano per tre ore di sci no stop con Lurens, guida ufficiale del gruppo. Ma alla prima curva ne perdiamo 4, complice la scarsa visibilità. Che impresa ritrovarsi tra cellulari che non prendono, nubi basse e seggiovie.
Le tre ore volano in fretta e a pranzo siamo nuovamente tutti riuniti con le gambe sotto il tavolo: specialità del luogo raclette e tartiflette, come dire di no?!
Il week si conclude presto e salutiamo chi fa rotta per Veneto e Lombardia, decisi a ritrovarci presto più vicini all’acqua, magari a Venezia!
Buon vento!
Giulia
Levante: non solo vela!
29/01/2009Con il Levante non si va solo in barca a vela… si può anche sciare!
Perchè si sa che molti velisti amano anche la montagna, e lo sci in particolare: in fondo è pur sempre uno sport a contatto con l’acqua .. seppur gelata!!
E così, sempre spinti dal vento e dalla passione, abbiamo organizzato una weekend in cui disputare una gara combinata: sci + vela.
Sabato gara di sci nella località sciistica di San Valentino, sul monte Baldo, provincia di Verona, disputata con ben 25 partecipanti, in cui si è distinta la nostra atomica Lucia. (mi chiedo ancora quale sport non sappia fare!)
Al termine della gara tutta la squadra ha festeggiato in baita gustando una saporitissima luganega (salsiccia locale) e brindato a suon di bombardini e caffè corretto!
Domenica la sfida si è trasferita al lago di Garda, su acqua un pò meno gelata!
La giornata primaverile ci ha regalato temperature miti ma poco vento. Gli equipaggi si sono sfidati fino all’ultima strambata, tra cambi di mura, buchi di vento, dita schiacciate, ginocchiate agli stozzascotte e un giro in testa d’albero per recuperare la drizza spi! dei veri velisti!
Dopo essersi dati battaglia non poteva mancare il meritato pasto annaffiato con abbondante vino rosso e seguito da fiumi di spumante in occasione delle premiazioni.
Ci siamo aggiudicati il primo posto della “Barcollo ma non mollo cup”! e la coppa è presto stata tramutata in calice per lo spumante!!
Si direbbe che il denominatore comune di tutte le nostre attività sia in ogni caso l’acqua … soprattutto quando si trasforma in vino!!
Giulia
chi siamo
21/11/2008Ho trovato in uffico una serie di volantini e programmi dei primi anni ottanta ,quando il LEVANTE si chiamava ancora GLENANS ITALIA.
Si’ perche’ noi siamo nati nel 1982 come sede italiana dei Glenans e i fondatori erano un gruppo di istruttori italiani dei Glenans.
Questa e’ la storia.
La prima base fu S.Clemente,un’isola di Venezia che al tempo era anche occupata dall’Ospedale Psichiatrico
Ecco perche’ VELADAMATTI! Qui ne trovi una versione originale
Ecco alcune foto d’epoca.