La carta nautica parla chiaro: o sapete navigare in acque ristrette, oppure meglio non prendersi il rischio. Quale migliore occasione, quindi, di imparare in una “situazione di scuola”?
Se a Porto Pozzo tiravi magari un bordo unico fino a Spargi, magari aggrappato alla falchetta per reggere lo sbandamento e poi tornavi, magari con un altro bordo dritto-dritto di spi, qui a Porto Istana niente di tutto questo.
E’ scuola, ragazzi: lo farete una sola volta nella vita, ma potrete dire di averlo fatto. Se non volete andare a scogli dovete imparare a leggere i minimi particolari della carta nautica. Dovete imparare a seguire una rotta precisa senza tanta bussola: a occhio. Ma attenzione qui a occhio non vuol dire “circa”, “pressappoco”, vuol dire aver occhio su un allineamento: una meda e la caduta di un’isola, uno scoglio e un punto cospicuo (ci sarà qualche vecchio istruttore ancora depositario della tecnica della cimetta?). E poi, per complicare le cose, gli allineamenti diventeranno due, come i triangoli che tengono le palle da biliardo. A dritta un allineamento: oltre quello si tocca; a sinistra un altro allineamento, anch’esso al limite. E voi che dovete tirar bordi dentro questo triangolo, perché la meta è il suo vertice. Volete aumentare la complicazione? Bene, mettetevi in poppa, tirate fuori lo spi e fate slalom tra scogli e isole, magari aiutandovi con un altro triangolo: un allineamento in prua e l’altro in poppa (eh sì: ci si gira indietro a traguardare l’allineamento, però senza perdere lo spi, altrimenti dov’è il bello dell’esercizio?).
Tutto questo ci dice la carta nautica. Ci offre la potenzialità di opzioni didattiche diversificate e progressive, che possono completare le esperienze necessarie a formare un membro di equipaggio. Non a caso qui usiamo il termine membro di equipaggio al posto di velista. Su una deriva, su un catamarano si possono raggiungere i massimi vertici, essere quindi degli ottimi velisti (o ottimi surfisti con il wind-surf). Il membro di equipaggio, sottinteso di crociera, aggiunge all’esperienza del velista un ulteriore bagaglio di conoscenze e pratiche che gli permettono di andar per mare nella massima sicurezza. In una parola: di navigare. Il navigare è nell’esperienza storica, nel dna del Centro Nautico di Levante (per esempio: vent’anni fa c’erano barche di 7 metri, senza motore –navigavano in flotta e una sola aveva un f.b., che andavano su e giù per l’Istria e Dalmazia, oppure c’era un 8,30 che si faceva bellamente la Grecia delle Cicladi, nei mesi di meltemi). Un dna costruito su un corso-base: allora come oggi chiamato Scuola di mare.
Porto Istana offre ai cabinati un perimetro ideale per i corsi di Scuola di mare e Precrociera, e unisce alle caratteristiche sopra accennate l’abbondanza di ridossi, anche a nord di Olbia, verso Golfo Aranci, che permetterà la navigazione con qualsiasi tempo e la sperimentazione del nuovo corso avventura “Stark explorer”: uscite di due giorni o più sugli stark, con pernottamento a bordo (4 cuccette) o in campeggio nautico (lo stark pesca 90 cm.) alla scoperta delle baiette più isolate e delle spiagge meno frequentate dal turismo di massa.
Se poi zoomiamo indietro sulla carta nautica, scopriamo tutta la costa orientale della Sardegna che, meno intasata dal turismo nautico d’élite, offre spunti interessanti anche per i corsi Crociera sugli Elan. Chi volesse misurarsi con le Bocche, le ha a mezza giornata di navigazione. Ma se il meteo dice due giorni di maestralata forte, lungo la costa orientale in poco più di 24 ore di navigazione puoi arrivare a Capo Carbonara (Villasimius) tutto di spi, pronto per essere, d’un balzo, a comprare pesce fresco al famoso mercato di Cagliari (absit iniuria verbis: a visitare la famosa Cittadella dei musei… che, scherzi a parte, davvero merita una sosta).